La Psicologia è la scienza che studia il comportamento umano e che cerca di comprendere ed interpretare i processi mentali, affettivi e relazionali che lo determinano, con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita.
La Psicoterapia è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici in cui una persona, una coppia, una famiglia o un gruppo di persone incontra uno psicoterapeuta con l’obiettivo di superare un blocco interno che impedisce a ciascuno di svolgere una vita completa ed appagante. Può trattarsi di un blocco emotivo che si ripercuote sul piano del comportamento, delle relazioni, del lavoro, ma in ogni caso si tratta di una condizione esistenziale che limita in modo significativo la capacità di utilizzare a pieno le proprie risorse e quindi soddisfare i propri bisogni.
La relazione terapeutica riveste una grande importanza per le persone che intraprendono un percorso di psicoterapia e può consentire di migliorare l’approccio del soggetto con se stesso, con il proprio ambiente e con la realtà sociale nella quale vive. Il terapeuta punta, insieme alle persone, allo sblocco di situazioni di impasse e al raggiungimento di uno star bene, per una migliore qualità della vita.
Un proficuo percorso di psicoterapia permette così di sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio modo di essere e di funzionare. Di conseguenza si diventa capaci di operare scelte coraggiose verso la propria autentica realizzazione, personale, affettiva, sociale, lavorativa. Si tratta cioè di un potenziamento di se stessi oltre che di un superamento di problemi.
Chi può rivolgersi allo psicologo – psicoterapeuta?
Tutti possono rivolgersi allo Psicologo-psicoterapeuta, sia per problemi gravi e conclamati, sia per disturbi di lieve entità che compromettono lo stato di benessere e che potrebbero evolvere verso sofferenze rilevanti (ad esempio i disturbi d’ansia, i problemi di coppia, etc…); si rivolgono allo Psicologo-psicoterapeuta persone con difficoltà affettive, relazionali, esistenziali, lavorative, sessuali, psicosomatiche, familiari; ricorrono alla psicoterapia anche persone che intendono semplicemente ampliare le proprie potenzialità, desiderose di un aiuto per migliorare ulteriormente il proprio modo di stare con gli altri, di lavorare o di vivere in famiglia, pur non presentando disturbi o patologie particolari.
L’importanza della psicologia oncologica
La psicologia oncologica mira a promuovere l’adattamento psicologico che ha l’obiettivo di garantire l’integrità psichica e fisica del paziente, affrontare i disturbi modificabili e integrare quelli irreversibili; è costituito da una serie di risposte cognitive, emotive e comportamentali. In ciascuna fase della malattia, infatti, le reazioni psicologiche di una persona, sono il risultato di un’integrazione complessa tra il ricordo delle esperienze passate, la percezione della minaccia futura e le risorse disponibili.
I livelli di ansia, rabbia e depressione sono indici della reazione normale del paziente alla malattia. Quando tali livelli sono elevati (o con manifestazioni croniche), associati ad un’intensa sofferenza soggettiva ed a relazioni interpersonali compromesse, è opportuno parlare di reazione patologica. Nella fase immediatamente successiva alla diagnosi di cancro, si può verificare una sofferenza psichica con prevalenza dei disturbi dello spettro depressivo. Nelle condizioni avanzate di malattia possono comparire sintomi psichiatrici o disturbi mentali su base organica.
Il tumore ha un impatto devastante non solo sul paziente, ma anche sul rapporto di coppia (per il partner di un membro malato), sui figli (quando un genitore è malato), sulla famiglia (nei casi di neoplasia infantile o quando un membro della famiglia si ammala). La psicologia oncologica si occupa principalmente dei malati oncologici e dei loro familiari, per i quali è fondamentale un sostegno psicologico non solo nel periodo di malattia del paziente, ma anche nel momento successivo all’eventuale decesso.
Il trattamento psicologico permette al paziente ed ai suoi familiari di acquisire gli strumenti necessari per gestire il disagio indotto dalla malattia ed eventuali comportamenti di evitamento relativi a programmi terapeutici o controlli. In particolare, permette di apprendere tecniche per riconoscere e gestire emozioni negative, pensieri disfunzionali, comportamenti disadattivi ed interiorizzare modalità efficaci di problem-solving.
Dati sperimentali evidenziano la validità delle tecniche cognitivo-comportamentali nel diminuire la sintomatologia ansiosa-depressiva e nel migliorare strategie per fronteggiare situazioni di difficile adattamento sia a breve termine che a lungo termine.
Inoltre, prove di efficacia, sono riscontrate nei gruppi, specie quelli di supporto, che diventano il contesto di condivisione e analisi degli ostacoli comuni, sviluppando un senso di universalità che allevia la sensazione di solitudine e impotenza. Il gruppo migliora inoltre la capacità di comunicazione ed espressione emozionale.
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